Quanto dicevo nel post precedente trova conferma nelle ultime intercettazioni sulla RAI pubblicate da "la Repubblica".
Ecco un articolo di commento alla scandalosa situazione della TV di Stato:
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Il tanfo che esala dal perverso intreccio tra Rai e Mediaset grazie alle intercettazioni per il fallimento di Hdc è nauseante. Che la principale azienda culturale e di intrattenimento del paese non agisca in regime di libera concorrenza ma prenda ordini e direttive dal concorrente è stomachevole perché ci descrive un'opinione pubblica a beneficio della quale ogni giorno viene confezionata un'informazione smussata, aggiustata e edulcorata, grazie a dirigenti e direttori sulla carta in concorrenza impegnati tutto il giorno a parlarsi al telefono per imbellettare la storiella da raccontare agli italiani. Cinismo e disincanto potrebbero indurre a fare spallucce, a dire che lo sapevamo già, ma sarebbe sottovalutare il quadro emerso dalle intercettazioni, perché alla Rai si abbeverano ogni giorno, fiduciosi o ignari, milioni di italiani. In questo quadro parole come 'informazione', 'verità', 'libertà', 'concorrenza' e 'democrazia' escono svuotate e avvilite, soprattutto quando il controllo dei flussi informativi riguarda persino il festival di Sanremo e non solo i destini di Berlusconi. Tutti i protagonisti coinvolti sembrano attori di una compagnia di giro che prima di andare in onda accorda gli strumenti al diapason vibrato dal potente che li soggioga. La Rai, nonostante tutto, resta un bene pubblico prezioso ed è arrivato il momento che qualcuno se ne prenda cura, tutelandone la libertà, creandole attorno un cordone sanitario che le permetta di svolgere il suo ruolo. Altrimenti meglio chiuderla, meglio un monopolio conclamato che questa grottesca e umiliante simulazione di concorrenza.
Mercoledì 21 novembre 2007
«AFFARI ITALIANI» Anno III - n° 488
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